itinerario di 5 giorni la Maiella e Sulmona

Questo itinerario di 5 giorni la Maiella e Sulmona vi permetterà di immergervi nella natura selvaggia e rigogliosa, percorrere sentieri spettacolari, visitare eremi incastonati nella roccia e siti archeologici oltre a passeggiare nei borghi e nei paesi che si incontrano strada facendo. Se vi piacciono queste caratteristiche è la vacanza che fa per voi.
Ho soggiornato tutte le notti a Caramanico Terme, paese un po’ decadente, con un grande e triste complesso termale chiuso, ma strategico per le escursioni che avevo in mente di fare.
ITINERARIO:
1° giorno:
CARAMANICO TERME trekking nella valle dell’Orfento:
anello del ponte del Vallone
2° giorno:
SANT’EUFEMIA A MAIELLA trekking sentiero b4:
anello di Lama Bianca
3°giorno:
FARA SAN MARTINO
le gole e il Monastero di San Martino in Valle – visita guidata
CARAMANICO TERME
4° giorno:
PACENTRO
Castello dei Cantelmo Cadora
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Chiesa della Madonna di Loreto
Casa di Marlurita
SULMONA
Corso Ovidio
Piazza Garibaldi
Chiesa di San Filippo Neri
e il Palazzo Anelli
Chiesa di San Rocco
Chiesa monasteriale
di S.Chiara d’Assisi
Chiesa di S.Francesco della Scarpa
Statua di Ovidio e Piazza XX Settembre
Complesso della Santissima Annunziata
Chiesa di Santa Maria della Tomba
Cattedrale di San Panfilo
5° giorno:
EREMO SANTO SPIRITO A MAIELLA
EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO
CARAMANICO TERME TREKKING NELLA VALLE DELL'ORFENTO

Non esagero… la valle del fiume Orfento è un paradiso, il cuore selvaggio della Maiella. Qui l’unico fiume perenne della Maiella dà vita a scorci sorprendenti di natura incontaminata quasi fiabesca.
Occorre raggiungere il centro visite nella frazione di Santa Croce di Caramanico, dove per entrare nel parco è obbligatorio registrarsi e dove troverete tutte le informazioni necessarie, qui il link. Da qui partono due sentieri, quello che ho scelto è appunto l’anello del Ponte del Vallone il più suggestivo.
Il sentiero è lungo circa 6 chilometri con 160 m di dislivello. Dopo una prima parte panoramica sui costoni rocciosi della valle continua lungo il corso del fiume fino a raggiungere la spettacolare gola scavata dal fiume.
SANT’EUFEMIA A MAIELLA: TREKKING SENTIERO B4

A pochi chilometri da Caramanico, dal Giardino Botanico “D.Brescia” di Sant’Eufemia a Maiella, parte un sentiero a mio avviso molto bello che offre scenari diversi e suggestivi, toccando anche alcune fonti presenti nella zona, l’anello di lama bianca.
Il sentiero è lungo circa 10 chilometri con un dislivello in salita di 680m ma con tutta la giornata a disposizione si fa tranquillamente, l’ho fatto io che non sono un’ escursionista esperta, la salita è sempre comoda.
Dopo un tratto aperto sulla valle e i monti circostanti si sale al bosco di Lama Bianca, maestosa faggeta secolare, da qui inizia il giro ad anello, continuando a salire si raggiungono i prati al cospetto dell’imponente Rava della Vespa, le rave sono dei canaloni rocciosi, qui il panorama è straordinario e vi ripagherà della fatica.
Si prosegue in discesa fino al Bosco di Lama bianca dove si chiude l’anello e poi si segue lo stesso tratto dell’andata per il parcheggio.
FARA SAN MARTINO
è un piccolo borgo a 70 km da Caramanico, sempre all’interno del parco della Maiella. E’ famoso per la produzione della pasta grazie alla vicinanza della sorgente del fiume Verde utilizzato come materia prima nella produzione. Nell’Ottocento sono nati diversi storici pastifici italiani come De Cecco, Delverde e Cocco.
Ma poco fuori l’abitato di Fara c’è un luogo magico dal fascino spettacolare…
LE GOLE - visita guidata


Si parcheggia l’auto nei pressi della sorgente del Fiume Verde, si percorre a piedi una strada sterrata che dopo pochi tornanti porta alle gole, dove le rocce quasi si toccano. Secondo una leggenda sono state realizzate da San Martino con la forza delle braccia per consentire alla popolazione di Fara di arrivare più velocemente ai pascoli della Majella. Si tratta dell’inizio del vallone che conduce fino alla vetta più alta della Maiella, Monte Amaro (2793 m)

IL MONASTERO - visita guidata
Proseguendo dopo pochi metri di cammino si arriva ai resti del Monastero incastonati nella montagna., Probabilmente il monastero sorse su un insediamento eremitico costituito da una cella scavata nella roccia. Secondo antiche leggende, il monastero sarebbe stato fondato dallo stesso San Benedetto e che, secondo alcuni, sorga sulle ceneri dell’antico cenobio di San Martino Eremita. Ma certo è che divenne un luogo di rifugio e spiritualità per monaci ed eremiti. Data certa è quella del 1100 quando il monastero iniziò a svuotarsi pian piano di vita e di operosità.. Con l’alluvione del 1819, che colpì l’intera vallata, si arriva alla definitiva scomparsa di questo luogo di culto che venne ricoperto completamente. Bisogna aspettare il 1891 per i primi scavi archeologici fino ad arrivare al più recente intervento iniziato nel 2005 e conclusosi nel 2009 che lo ha finalmente riportato alla luce. Ecco il link per le visite.
💥 Vicino al parcheggio il bar-ristoro LE SORGENTI con tavolini sotto gli alberi propone specialità abruzzesi…consigliato!
CARAMANICO

Le origini di Caramanico sono riconducibili all’epoca dell’insediamento longobardo in regione nel VII secolo ed stato costruito seguendo le esigenze urbanistiche del tempo con un castello posto sulla sommità del colle e il centro abitato protetto da mura, torri e portoni di accesso.
Nel 1706 un potente terremoto distrusse gran parte del borgo subito ricostruito sostituendo il tessuto medievale con nuovi palazzi gentilizi. Su un promontorio a 650m di altitudine Il borgo, fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”, è un paese accogliente, passeggiare tra le vie e i monumenti ammirando il panorama è piacevole e rilassante.


Il principale edificio religioso del borgo è l’abbazia di Santa Maria Maggiore, con il magnifico portale gotico, con a fianco la Chiesa della Trinità e poco distante la chiesa di San Nicola di Bari.
💥 un ristorante che devo assolutamente consigliare a Caramanico è: la Taverna Ducale, specialità abruzzesi servite con gentilezza e simpatia in un ambiente dal sapore antico con colonne e pareti di pietra.
Per raggiungere Sulmona da Caramanico si deve passare prima dal passo di San Leonardo e poi da Pacentro e le soste sono d’obbligo.
Il Passo di San Leonardo è un importante valico degli Appennini abruzzesi. Grazie alla sua posizione incuneata tra gli Appennini, e l’altezza di 1.282 metri sul livello del mare, viene spesso utilizzato come punto di partenza per le escursioni nel Parco Nazionale della Majella, anche per la scalata al Monte Amaro.
Oppure come ho fatto io ci si ferma per ammirare il paesaggio…
PACENTRO
PACENTRO appare all’improvviso dietro una curva e ti stupisce con le sue torri che svettano maestose.

Il groviglio di vicoli, archi e sottopassi del caratteristico centro storico, portano in cima al paese al
CASTELLO DEI CANTELMO CADORA,
una delle strutture fortificate meglio conservate d’Abruzzo, la struttura originaria viene fatta risalire al X secolo, con una base trapezoidale circondata da tre alte torri quadrate e tre torrioni cilindrici angolari eretti a difesa delle mura esterne. La costruzione presenta una doppia cinta muraria, quella esterna, più recente e meglio conservata, e quella interna, più antica e più rovinata.
CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE

Scendendo in Piazza del Popolo s’incontra la quattrocentesca Chiesa di Santa Maria Maggiore con la seicentesca fontana monumentale. La chiesa presenta una facciata a due ordini in pietra bianca della Maiella. L’interno della chiesa è articolato in tre navate ed è ricco di opere lignee degne di nota come i confessionali, l’organo e il coro di forma poligonale che si apre dietro l’altare maggiore.
CHIESA DELLA MADONNA DI LORETO

e scendendo ancora la Chiesa della Madonna di Loreto, risalente alla fine del ‘500, sorse vicino al monte frumentario, cioè ammassi di frumento destinati al prestito ai più poveri dietro qualche pegno, ed era anche usata come luogo di sepoltura. Nel 1726 vi venne istituita la Confraternita della Madonna di Loreto i cui confratelli vestono, ancora oggi, sacchi bianchi con mozzette verdi (colore della Speranza, una delle virtù teologali).
LA CASA DI MARLURITA

una piccola abitazione appartenuta a Maria Loreta Pacella conosciuta come guaritrice del paese. Ha vissuto qui fino al 1978, è un vero e proprio luogo della memoria, un Museo della Civiltà contadina, dove si può scoprire come si viveva in passato. Tutto è rimasto com’era: senza servizi igienici, senza elettrodomestici, senz’acqua e solo con una piccola lampadina.
SULMONA

è una pittoresca cittadina con un grande patrimonio monumentale, nascosta tra le vette dell’appennino. Tutte le vie sono colorate dai tanti negozi di confetti proposti in mille composizioni diverse e dai gusti più disparati.
Vari terremoti hanno sconvolto più volte a distanza di secoli Sulmona, l’ultimo più rovinoso nel 1706 che ha distrutto la quasi totalità dei monumenti e delle chiese, poi ricostruite.

Il Centro storico di Sulmona è un tipico centro medievale. A sua difesa fu eretto un sistema di ben due cinte murarie. Una che proteggeva l’originario nucleo abitativo e la seconda nata per proteggere anche le abitazioni civili che sorsero al di fuori delle mura antiche. Questo complesso difensivo presentava diverse porte d’accesso alla città, alcune sono ancora ben conservate e ben valorizzate.
Porta Napoli

La splendida Porta Napoli si trova all’ingresso meridionale del centro storico e permette di accedere alla strada principale di Sulmona, ovvero CORSO OVIDIO. E’ la via più importante della città, che prende il nome dal poeta romano nato a Sulmona, dove si snodano i negozi e i monumenti più belli, costruita sopra il cardo romano originale attraversa tutta la città.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA TOMBA

Secondo la tradizione la chiesa di Santa Maria della Tomba fu eretta sui resti di un antico tempio di Giove o, come riportano alcuni studiosi locali, su parte di quella che sarebbe stata la dimora di Ovidio. I primi cenni storici sul tempio, annoverato tra i più importanti edifici religiosi di Sulmona, risalgono al XIII secolo e nel XIV secolo il suo prestigio era tale da dare il nome ad un intero borgo. Nel corso dei secoli la chiesa ha subito varie trasformazioni e ristrutturazioni che ne hanno modificato l’aspetto originario, la facciata è in stile romanico abruzzese a coronamento orizzontale, la torre campanaria a sezione quadrata risale alla seconda metà del XVI secolo, mentre l’orologio è ottocentesco. La chiesa offre un interno sobrio e lineare, suddiviso da tre navate da possenti colonne.
PIAZZA GARIBALDI

detta anche Piazza Maggiore, cioè la piazza principale di Sulmona dove un tempo si teneva il mercato, ha dimensioni davvero enormi.
Qui si trova il famoso ACQUEDOTTO MEDIEVALE, fu costruito nel 1256 da Re Manfredi di Svevia, lungo circa cento metri. Quest’opera è la rappresentazione della crescita economica e demografica di Sulmona in quel periodo, alimentava i mulini locali, serviva le botteghe artigiane e forniva acque alle fontane cittadine, come la Fontana del Vecchio una delle più antiche della città, all’ingresso della piazza.


La Piazza è attorniata da edifici antichi e belle chiese, è un piacere percorrerla tutta per osservarli meglio,

Chiesa di San Filippo Neri e il Palazzo Anelli
Caratterizzata da un bel portale in stile gotico, da questa chiesa ha inizio, la mattina di Pasqua, la suggestiva tradizione della “Madonna che scappa in piazza”, un momento culminante della Settimana Santa sulmonese.
Di fianco il Palazzo Anelli esempio di architettura barocca.
Chiesa di San Rocco
Situata sul lato orientale di piazza Garibaldi, isolata rispetto agli edifici circostanti, la piccola chiesa di San Rocco ha origini quattrocentesche. Era precedentemente intitolata a San Sebastiano ed il cambio di dedicazione fu forse dovuto ad una violenta epidemia che si diffuse a Sulmona nella seconda metà del secolo, rafforzando nei fedeli la devozione verso il Santo, protettore contro la peste.


Chiesa monasteriale S. Chiara d'Assisi
La fondazione del monastero di Santa Chiara, si fa risalire agli anni compresi tra il 1260 e il 1269. E’ sicuramente uno dei più antichi insediamenti monastici delle clarisse nel Regno di Napoli e, col tempo, diventò anche tra i più ricchi e meglio dotati, la riforma dell’ordine religioso, tuttora vigente, fu formulata proprio nel convento di Sulmona.
L’edificio conventuale ospita attualmente al primo livello il Polo Culturale Civico Diocesano di Santa Chiara, mentre il piano superiore è adibito a casa di riposo per anziani. A pianterreno la cappella interna, insieme ad un altro vano ed al vasto refettorio, sono utilizzati come spazio espositivo del Museo Diocesano di Arte Sacra. Altri tre locali sono riservati alla Biblioteca Diocesana, nella cui sala di lettura – allestita nell’ex-parlatorio – è ancora possibile ammirare le mostre in pietra delle grate, dietro le quali le clarisse potevano incontrare i visitatori. Nei restanti ambienti è esposta la collezione d’arte moderna e contemporanea della Pinacoteca Comunale, collegata alla Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea che annualmente si svolge nella città.
Chiesa di S.Francesco della Scarpa
Si tratta di un complesso monastico costruito nel 1241 per volere di Carlo II di Napoli, destinato a essere fino al 1706 uno dei complessi francescani più importanti d’Abruzzo. Dopo il terremoto del 1706 la chiesa è stata completamente riedificata in forme barocche, con un impianto planimetrico molto più semplificato e con il portale laterale che immette in una “rotonda” su cui si aprono una serie di locali.

STATUA DI OVIDIO
in Piazza XX Settembre inaugurata nel 1925 rende omaggio al poeta, sulla base in pietra sono riportati alcuni versi ironici del Tristia, l’opera autobiografica di Ovidio in cui descrive la sua condanna all’esilio nell’anno 8 dopo Cristo:

“Qui giaccio io, Nasone, che scherzando, cantai teneri amori e trovai la morte per il mio talento. Non ti sia di peso, o passante, se mi hai amato, dire: le ossa di Nasone abbiano dolce riposo”.
COMPLESSO SANTISSIMA ANNUNZIATA

Dedicato alla SS. Annunziata, costituito dalla chiesa con l’annesso palazzo, è forse il monumento più rappresentativo e celebre della città di Sulmona. Chiesa ed ospedale furono fondati nel 1320 dalla confraternita laica dei Compenitenti, che aveva soprattutto scopi assistenziali. l’ospedale divenne uno dei più importanti del Regno di Napoli.
La chiesa della Santissima Annunziata fu costruita dove prima era presente un oratorio dedicato alla Santa Vergine Maria. L’aspetto attuale risale alla ricostruzione del 1710 ed è caratterizzata da una facciata barocca e degli interni con stucchi e affreschi settecenteschi. Cinquecentesco è il campanile riconoscibile anche a distanza da Sulmona grazie alla sua altezza di 65 metri e mezzo.

CATTEDRALE DI SAN PANFILO

La cattedrale è intitolata a San Panfilo Vescovo, protettore della città, ed è il più antico tempio di Sulmona.
Secondo gli storici locali, fu costruita sulle rovine di un tempio dedicato ad Apollo ed a Vesta; in origine venne dedicata alla Vergine ed al principio del secolo VIII, dopo la morte del vescovo Panfilo, che vi fu seppellito, prese nome da lui.
Lo stato attuale è il risultato di numerosi restauri e quindi dell’unione di vari stile architettonici. La cripta sottostante è raccordata al piano delle navate da due gradinate speculari, delimitate da una balaustra in raffinato commesso marmoreo. Custodita in un’apposita nicchia, è conservato il busto reliquiario di San Panfilo, in rame dorato, argento e smalti, viene portata in processione in occasione della festa del Santo, che si tiene ogni anno il 28 aprile.
EREMO SANTO SPIRITO A MAIELLA

A 1132 metri slm l’eremo è immerso in un contesto unico, lasciata la macchina nel parcheggio si percorre un viale alberato e in fondo appare la piccola chiesa, lungo una parete di roccia calcarea avvolta da una maestosa faggeta, ci si sente immediatamente nel cuore della spiritualità.
Le prime notizie storiche dell’Eremo risalgono al 1053 quando fu abitato da alcuni eremeti e da importanti figure religiose, ma questo luogo è legato soprattutto a Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V che arrivò qui nel 1246 e ristrutturò l’edificio.
La visita inizia dalla piccola chiesetta a navata unica, lateralmente si accede alla parte posteriore, si passa attraverso i ruderi del monastero e si sale fino alla scala santa per arrivare all’oratorio della Maddalena dove si ha una vista sulla valle molto suggestiva.
Non si può cogliere l’essenza della Maiella senza avere visitato questi luoghi di preghiera e di penitenza lontano dai centri abitati.
EREMO SAN BARTOLOMEO IN LEGIO

L’eremo si raggiunge solo a piedi, il sentiero più breve, circa mezz’ora di cammino, parte dalla località Macchie di Coco (Roccamorice) dove si lascia l’auto in prossimità di un bar che porta lo stesso nome. E’ un facile sentiero con solo 100 metri di dislivello, scende nel Vallone di San Bartolomeo in Legio tra prati di fiori e pareti di roccia calcarea fino al torrente Capo La Vena. L’eremo si trova proprio al di sopra del torrente incastonato nella parete di roccia, qui Pietro da Morrone visse per due anni dal 1274 al 1276 ma ha origini anteriori al XI secolo.
Gli eremiti erano soliti ritirarsi in luoghi come questi dove regna solo il silenzio e la natura, ma credo che anche a chi non è credente possano donare pace e serenità.
Percorrendo un balcone scavato nella roccia, a metà si può scendere da una scalinata nota come la Scala Santa, si accede alla piccola chiesa. Nella parte posteriore dell’eremo una piccola cella, al fianco della cella un corridoio corre fino all’uscita, in pochi minuti un sentiero conduce fino in fondo alla valle dove si può ammirare l’eremo dal basso in tutta la sua bellezza.
Il cammino di Celestino
💥
… nasce nel 2018, le origini del cammino risalgono a un singolare viaggio a dorso di un asino che nel luglio 1294 il vecchio eremita della Maiella Pietro Da Morone dall’eremo di Sant’Onofrio del Morrone raggiunse l’Aquila per essere incoronato Papa con il nome di Celestino V nella basilica di Collemaggio. Giorni di straordinari cambiamenti per il povero Pietro, che avrebbero lasciato un segno indelebile nella Chiesa. Dopo quattro mesi di pontificato, la rinuncia e la fuga verso oriente, la cattura a Vieste e la morte prigioniero nella rocca di Fumone.

Il cammino si fa percorrendo circa 80 km, visitando chiesette, eremi , abbazie che segnarono la vita di Papa celestino V, che scelse la Majella per la sua bellezza estrema, selvaggia ma al contempo accogliente nei confronti dell’uomo che da sempre l’ha abitata.